Siamo un gruppo di amici che di fronte alla sfida della accoglienza dei profughi “a casa nostra”, così profonda anche per le nostre città, sentono ormai come improrogabile il dovere di trasformare lo sgomento in decisione e la compassione in azione diretta.
Abbiamo voluto dare concretezza ai ripetuti inviti del Papa che nel 2015, anno del Giubileo della Misericordia, ha spronato parrocchie e persone “ad esprimere la concretezza del Vangelo, accogliendo una famiglia di profughi” e del Presidente della Repubblica che pubblicamente ha ammesso come “la disperazione scolpita sui loro volti interroga la nostra coscienza e ci spinge a chiederci, come dovere di umanità, io, con la mia famiglia e la mia comunità, cosa posso fare?”.
Ciascuno di noi, da solo, non sarebbe riuscito a fare qualcosa di concreto, ma mettendoci assieme sarebbe diventato possibile.

La nostra storia
Era evidente, in quel periodo caratterizzato da arrivi continui di profughi sulle nostre coste, l’urgenza di dare un tetto a quelle persone. Così, nel dicembre 2016, abbiamo costituito l’Associazione con il primo obiettivo di acquistare un’abitazione che potesse accogliere un piccolo nucleo, convinti che l’accoglienza diffusa e la condivisione dell’impegno da affrontare per l’accompagnamento degli ospiti potesse essere modalità di successo per rispondere a quella che non era più solo un’emergenza, ma una nuova esigenza delle nostre comunità.
L’ambizione era, e lo è tuttora, che il progetto potesse essere replicato in altri contesti e comunità territoriali.
Finalmente, a febbraio 2017 abbiamo acquistato un appartamento a Marghera che, dopo qualche lavoro di restauro, è stato arredato per accogliere i primi ospiti.
Nessuno di noi aveva competenza professionale in materia di accoglienza. Inizialmente, abbiamo individuato come partner una cooperativa di Mestre, con la quale abbiamo definito un possibile target di ospiti, all’epoca quello che sembrava il più urgente: le donne potenziali vittime di tratta.
A giugno 2017 è arrivato il primo gruppo di 6 ospiti. Il nostro appartamento era diventato a tutti gli effetti un CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) della cooperativa.
Si è subito costituito un gruppo di volontari che si è messo a disposizione per condividere con la cooperativa un progetto di inserimento delle ospiti nel nostro contesto territoriale, che andasse oltre alle normali attività previste dalla cooperativa: rinforzi nell’apprendimento della lingua, condivisione di cene, di momenti ricreativi, accompagnamento all’inserimento in attività del territorio (cori, scout, …).
In quel periodo il nostro appartamento accoglieva giovani donne in fase di prima accoglienza, con la previsione di una permanenza di circa 6 mesi. Con le rotazioni previste, il progetto è proseguito per due anni, fino al 2019, quando la cooperativa, a seguito dei tagli previsti dalla normativa, ha chiuso il CAS.
Questa prima esperienza, che ha presentato luci ed ombre, ci ha permesso di misurarci in particolare con le principali difficoltà di inserimento nella vita cittadina e domestica di persone arrivate da pochi giorni e per la prima volta in Europa da paesi e culture molto distanti e di ricalibrare i nostri obiettivi e le nostre energie per lo sviluppo dell’attività futura.
Nel frattempo a fine 2017 si è presentata la possibilità di affittare un altro immobile per ospitare 4 ragazzi stranieri, usciti dalla prima accoglienza, che potevano contare su risorse proprie per provvedere alle spese di alloggio. Ovviamente nessuno era disponibile ad affittare a loro direttamente l’immobile, quindi l’associazione si è fatta carico del contratto di affitto facendo da filtro tra la proprietà e gli ospiti.
Negli anni successivi, fino ad oggi, questa modalità di azione si è replicata: il numero degli alloggi a nostra disposizione e il numero degli ospiti è cresciuto. Siamo arrivati nel tempo a disporre di 8 alloggi (uno di proprietà e 7 in affitto), ospitando fino a 35 persone, per lo più migranti stranieri ma anche alcuni ex senza dimora italiani e due mamme con i loro due bimbi.
Parallelamente all’attività operativa di sostegno abitativo, l’Associazione ha tessuto e mantenuto una rete di condivisione e collaborazione con altre realtà incontrate in questi anni di attività. Partecipiamo attivamente a varie iniziative cittadine e, nel tempo, siamo diventati una buona risorsa per il contesto in cui viviamo nell’ambito dell’accoglienza.
